"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 24 maggio 2017

Manchester.... un colpo inferto alla speranza....

L'attentato di Manchester non è il solito attentato dell'ISIS. A Manchester non sono stati colpiti gli obbiettivi della guerra, negata, che è oramai in corso tra islam radicale e paesi occidentali, la guerra mai dichiarata tra superpotenze che si gioca in territori di influenza tra medio oriente, nord africa, corno d'africa e penisola arabica. A Manchester le mille guerre che si combattono ovunque, hanno colpito gli unici innocenti che sono rimasti al mondo.... i bambini.

Bambini, gli unici esseri sulla faccia della terra che ancora non avevano colpe, che ancora somigliavano a Dio. Esseri innocenti, ancora troppo giovani per espiare, con il sacrificio delle proprie vite le colpe di grandi di tutte le razze e di tutte le religioni.

Bambini innocenti, come del resto sono innocenti i bambini che ogni giorno muoiono in Siria, che a causa delle nostre guerre di pace sono morti in Libia, in Somalia, in Yemen e in altre decine di luoghi in tutto il mondo.

I bambini, l'unica ragione per cui vale la pena di lavorare e fare sacrifici in vista di una speranza, la speranza, senza certezze ma ricca di fede, in un futuro migliore del presente.

Quando si colpiscono i bambini la fede vacilla e la fiamma della speranza si affievolisce, facendoci piombare in una realtà cruda e terrificante, la verità che noi esseri umani siamo belve, belve assetate di sangue. Assetate del sangue del nostro prossimo che ostacola mire di ricchezza, di accaparramento di risorse, di denaro, di petrolio, di diamanti e di potere.

Belve che giustificano la sete di denaro dietro la buona causa dei diritti umani, dietro un credo religioso e un dio che, a seconda degli interessi ci immaginiamo buono con alcuni e cattivo con altri, così da legittimare una guerra senza regole, senza quartiere e senza più confini, che arriva a colpire le vere e uniche creature di Dio, i bambini innocenti.

Apriamo gli occhi e riconosciamo, ognuno per la nostra parte, ognuno per la rispettiva misura, che il disastro di Manchester è anche colpa nostra. Colpa di chi vende le armi a paesi che finanziano il terrorismo, colpa di chi crede in un dio che odia una parte del genere umano, colpa di chi compra il petrolio dell'ISIS, colpa di chi esporta la democrazia occidentale al prezzo di una guerra, colpa di chi non sa niente di quanto accade nel mondo perché troppo pigro per informarsi, colpa di chi dona due euro a qualche associazione benefica credendo di aver fatto la propria parte.

Quello che succede è colpa nostra, di tutti noi che ci facciamo rappresentare da un numero crescente di criminali e guerrafondai che continuiamo a votare e continuiamo a credere; colpa nostra perché premiamo con il Nobel per la pace i fautori di innumerevoli guerre e carneficine; colpa nostra perché continuiamo a credere a buoni e cattivi e soprattutto perché continuiamo a credere di essere i buoni.

Siamo noi che prosciughiamo le risorse pubbliche facendo vedere che aiutiamo popoli in fuga, quando siamo noi ad andare a prenderli per portarli qua o quando i popoli in fuga scappano da guerre che noi stessi abbiamo scatenato.

Siamo tutti belve della peggiore razza e ci siamo trasformati nelle belve che siamo quando da bambini innocenti siamo diventati adulti assetati di potere e ricchezze come se dovessimo vivere per sempre.

Adulti.... è ciò che le vittime di Manchester non potranno più diventare, come non lo diventeranno i bambini uccisi di Siria, Libia, Somalia e Yemen, morti di guerre e di fame in tutti questi anni.

Non serve a niente la costernazione e la pietà su cui i mass media fondano il loro indice di ascolto e che ogni volta che accade un fatto analogho a quello di Manchester, ci viene propinata a larghe dosi.

Dobbiamo capire tutti che, se uccidiamo i bambini, la speranza in un futuro migliore o nel futuro stesso.... si affievolisce sempre di più.

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