"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 26 dicembre 2012

Un nuovo viaggio nel passato

NIENTE COME TORNARE IN UN LUOGO RIMASTO IMMUTATO 
CI FA SCOPRIRE QUANTO SIAMO CAMBIATI
Nelson Mandela
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Quasi due anni sono trascorsi dall'ultima volta che sono stato qui.
Molti ricordi di stanchezza, di disperazione e rabbia, di duro lavoro, spesso al limite delle possibilità umanamente concesse.
Pochi ma intensi ricordi di momenti belli, resi ancora più stupendi dal trasporto di emozioni liberatorie che davano nuova forza per ricominciare il giorno successivo e con rinato vigore.
Un solo modo di agire, un solo modo per ottenere risultati... lavorare senza sosta, senza riprendere fiato, avanti... sempre dritto. 
Dedizione all'unica causa che sembrava avere un senso: salvare il mondo… ciecamente, guardando diritto di fronte e senza chiedere niente in cambio.
L'ideale di poter salvare il mondo inseguito col cuore ma anche e soprattutto con stomaco, rabbia e nervi a fior di pelle, utopia che ogni giorno sembrava potersi realizzare proprio grazie ai risultati del duro e perseverante lavoro.
Una lucida corsa verso una meta impossibile, ben chiara davanti agli occhi ma sempre un passo troppo lontana.  

Due anni dopo mi trovo a ripartire ancora una volta.
Stesso ambiente, stesso panorama, pochi cambiamenti per lo più inutili e insignificanti, stessa gente, stesse abitudini e stessa mentalità chiusa, radicata in ricordi recenti ma già troppo distorti, racconti di martiri troppo presto trasformati in miti. 
Uomini innalzati al rango di divinità, fautori di una libertà fittizia, confinata ad un mondo piccolo che rifiuta di vedere oltre.

Tornando nello stesso posto mi accorgo di un solo cambiamento, quello avvenuto in me stesso. Una diversa consapevolezza e una diversa percezione della realtà.
Non è più il momento, non è più il caso di agire confidando sull'istinto, la forza e la rabbia.
E’ giunto il momento di guardarsi intorno, di agire efficacemente ma senza impeto, di stabilire un limite al coinvolgimento personale ed emozionale che costituiva la linfa vitale dell'andare avanti.

Dopo quasi due anni l’unico cambiamento che noto chiaramente è quello avvenuto dentro di me.
Una diversa percezione dell’efficacia del mio lavoro, dei risultati che può dare razionalmente, con più testa, meno stomaco e con lo stesso cuore.
Consapevole che per quanto veloce riesca a correre, ci sono obbiettivi più veloci di me. 
Non significa che non li debba inseguire, in fondo è l’unica cosa che possa fare… ma con la consapevolezza che un giorno riuscirò a raggiungerli se… e solo se sarà la cosa giusta da fare...
Se Dio lo vorrà...

Max

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