"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

sabato 30 giugno 2012

Ma... allora ?



Bene, un altro "salto" dopo 6 anni, la stessa identica emozione che si ripete ma con quel briciolo di consapevolezza in più non essendo la prima volta.

Lanciarsi col paracadute o non lanciarsi e stare in aereo costituisce una scelta, una scelta dove non ci sono né forzature, né mediazioni.

E' una scelta completamente libera da vincoli, dentro o fuori, nessuno te ne chiede conto e nessuno ti obbliga a fare o non fare.

In quel momento ci sei solo tu.
Lancio fantastico!


venerdì 22 giugno 2012

Time has come to pay "the fee"...


Mi sa che sia tempo di darci "un taglione", mi sa proprio che sia giunto il momento di rompere con la solita routine...

Ho come l'impressione che ci sia bisogno di stimoli, di adrenalina e esperienze forti...

Mi sa proprio che a breve...

"un salto" lo rifaccio...

lunedì 18 giugno 2012

Riflessioni ...

E. Munch - "L'Urlo"

Conoscere le nostre paure è il miglior metodo
per occuparsi delle paure degli altri.

Carl Gustav Jung

venerdì 15 giugno 2012

In Libya si spara ancora...

Il semplice fatto che non se ne parli più e non si senta dire più nulla sui giornali e telegiornali, non significa che in Libya le cose stiano andando bene. 

In Libya si spara ancora. Non sono più Sarkozy & C. (NATO inclusa) a far sparare addosso ai libici di Gheddafi, adesso sono gli ex "amici" di Sarkozy & C. e delle truppe speciali inglesi, a spararsi a vicenda. 
Lotte di potere tra tribù rivali, tra gruppi armati alla ricerca della propria fetta di potere. 
Cose già viste... già sentite e anche già vissute in altre parti del mondo, ovunque tutti noi occidentali, a rimorchio dei più determinati americani, abbiamo deciso di importare la nostra tanto celebrata democrazia. 

Dopo Vietnam, Afghanistan, Kosovo, Iraq... esperienze che evidentemente non hanno insegnato niente, adesso anche in Libya sta succedendo la stessa cosa, ovvero si sta passando da ingerenze militari azzardate e senza speranza, ad un ritiro tattico, alla guerra civile tra i gruppi che noi stessi abbiamo fomentato e armato.

Sarebbe veramente interessante se i cronisti, eroi della cronaca dalla Libya durante la guerra, in Libya ci tornassero adesso a chiedere alla povera gente civile che ne pensa di tutto questo sparare e soffrire.
Ma forse il fatto di conoscere e dover mettere a nudo i nostri sbagli non fa sufficienti ascolti...
- - - -


Tripoli (Agenzia Fides) - Crescono le tensioni in diverse parti della Libia a seguito di attentati e scontri tra milizie. A Misurata, un ordigno ha colpito la sede locale della Croce Rossa Internazionale, provocando il ferimento di un passante. L'11 giugno un convoglio che trasportava l'Ambasciatore britannico in Libia è stato colpito con razzi a Bengasi, la capitale della Cirenaica (est). Solo qualche giorno prima una bomba era esplosa nei pressi del Consolato statunitense di Bengasi. A questo proposito Sua Ecc. Mons. Sylvester Carmel Magro, Vicario Apostolico di Bengasi, dice all'Agenzia Fides che "la popolazione della città vuole pace e tranquillità, dopo tanti lutti dovuti alla guerra dell'anno scorso. Alla superficie sembra tutto normale, i negozi sono aperti, la gente va al lavoro ma sotto si avverte una tensione. La comunità straniera è senza dubbio scossa dagli ultimi avvenimenti".
Anche a Tripoli, riferiscono a Fides fonti locali, di giorno sembra prevalere la calma, ma di notte si odono spesso sparatorie. La presenza di diverse milizie armate può sfociare in combattimenti come quelli scoppiati nella regione di Mezda (sud-ovest di Tripoli) tra membri della tribù di Machachia à quelli della tribù de Gontrar e della città di Zenten. In questa località sono detenuti 4 membri della Corte Penale Internazionale (CPI) giunti in Libia per incontrare il figlio di Gheddafi, Seif al-Islam, detenuto dalle milizie locali. (L.M.) (Agenzia Fides 13/6/2012)


Source: www.fides.org

mercoledì 13 giugno 2012

Ma l'IMU.... ?

E' quindi arrivato il momento di pagare l'IMU.... e con l'IMU sta cambiando il concetto di pagamento delle tasse. Prima tutto veniva calcolato e poi il contribuente veniva informato sull'importo da pagare. Adesso il contribuente, si deve arrangiare per capire quanto deve pagare, deve quindi prendere appuntamenti vari con uffici, caaf o enti vari per calcolare l'importo dell'IMU, nella speranza che venga calcolato come si deve.
Fatto questo il contribuente piange e si strappa i capelli per la cifra che dovrà sborsare e successivamente troverà il modo.....

.... di "fare a meno di un sacco di soldi che a malincuore pagherà per il risanamento della crisi economica italiana"....

.... rivediamo quest'ultima parte....

..."farà a meno di un sacco di soldi che serviranno a mantenere le auto di stato, i vitalizi e gli stipendi di un sacco di politici che fino ad ora ci hanno fatto ritrovare in questa crisi profonda accumulando un mare di debiti".

.... così mi sembra molto più realistica....

Il bello è che il sudore e le lacrime versate per pagare l'IMU, non è che la prima parte di quello che alla fine... ogni contribuente onesto dovrà pagare. Infatti ci sarà la seconda rata da pagare verso la fine dell'anno... e se tutto va come previsto sarà ancora più salata...

Così dicendo.... mi sovviene una domanda... o due:
un povero cristo qualsiasi che lavora e che si è fatto una casa con i proventi del proprio lavoro, avrà diritto a godersela questa benedetta casa? O no?
E poi...
Visto che il nostro povero cristo...la casa se l'è pagata da solo... perché adesso deve avere un "socio" a cui pagare una percentuale ogni anno per poter vivere li... nella propria casa?

E' o non è... la casa, un diritto di ogni cittadino, soprattutto se la paga da solo? 
Sembra di no dal momento che di tanto in tanto qualche "risanatore della crisi" si inventa che, su questa casa, già pagata profumatamente, si debba pagare ancora, eliminando così la certezza per molti poveri cristi, di poter avere una casa dove vivere per sempre.

domenica 10 giugno 2012

Frase del Giorno - Quote of the day

Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è 
che perdono la salute per fare i soldi 
e poi perdono i soldi per recuperare la salute. 
Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente 
in tale maniera 
che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. 
Vivono come se non dovessero morire mai 
e muoiono come se non avessero mai vissuto.
Tenzin Gyatso
XIV° Dalai Lama


giovedì 7 giugno 2012

La Spada nella Roccia tra storia e mito

Così vicino e così lontano per chi vive nei luoghi dove è nato e vissuto San Galgano...

tutti da queste parti conoscono a grandi linee i tratti fondamentali della vita del Santo:
prima cavaliere, poi eremita, originario di Chiusdino, abbandonò le guerre perché illuminato dalla fede.
Proprio per mezzo della fede e con il volere divino, trasformò la sua spada in una croce simbolo di preghiera e non più sinonimo di guerre e battaglie.

"L'Enigma di San Galgano" approfondisce molto di più la storia del Santo, l'autore fa riferimento a fonti (fonti citate e attendibili, per noi così importanti e determinanti nel decidere tra vero e falso, tra storia e leggenda, tra torto e ragione), fonti documentali attendibili, esistenti e tangibili, ma che la storia, nella sua versione ufficiale e di comodo, non tiene in considerazione.

Fonti che, se considerate propriamente, sfaterebbero i miti su cui si basano molte delle civiltà moderne.
Purtroppo non c'è la volontà da parte del mondo moderno di conoscere la verità, quello che serve è che il mondo creda ad una verità di comodo, ad una versione che sia conveniente e non comporti un troppo onesto lavoro di ricerca.

L'autore Mario Moiraghi offre una versione per molti versi osteggiata dalle versioni storiche ufficiali e per noi "seduti dalla parte del torto", anche solo per questo motivo meritevole di attenzione. 
Mostra sotto una diversa angolazione, non solo la storia del Santo di Chiusdino, ma in connessione, un diverso profilo storico sulla genesi delle attuali culture europee. 

Per noi sicuramente un libro da leggere e che, se interessati, si presta a molti approfondimenti.

martedì 5 giugno 2012

Crisi siriana e disinformazione mediatica

Per nessun uomo al mondo è possibile essere sempre presente ovunque succeda qualche cosa.
Se così fosse non ci sarebbe bisogno di giornali e telegiornali, non ci sarebbe bisogno di "coraggiosi inviati speciali" e cronisti vari.

L'antico e sacrosanto scopo dei media era quello di fornire informazioni veritiere e scevre di opinioni personali, politicamente motivate o mediate da interessi personali.
L'antica informazione si fondava sulla conoscenza dell'argomento trattato, una conoscenza profonda maturata sui libri, non una conoscenza superficiale raccattata su internet o frutto dell'immaginazione. 
Il vecchio scopo dei media è stato distrutto da una generazione di cronisti arrivisti e in cerca di gloria, da gente asservita alla classe politica che produce consenso su cose che non hanno senso, persone il cui unico scopo è indirizzare l'opinione pubblica in base a mode e correnti del momento solo per vendere qualche copia in più. 

Con questo tipo di pseudo informazione, è facile fraintendere, è facile confondere tra ragione e torto, tra buoni e cattivi... ed è altrettanto facile credere ad un sacco di bugie o mezze verità.

La cronaca della crisi siriana è un tipico esempio di informazione superficiale asservita a qualche visione politica e agli interessi di qualche stato che in realtà fomenta la destabilizzazione del paese. La maggior parte delle notizie sulla Syria giungono da fonti che non sono neanche vicine alla crisi e da fonti di dubbia attendibilità.

Noi tendiamo più a ritenere attendibili notizie come quelle dell'articolo che segue, dove le fonti sono citate e vivono a contatto con la realtà siriana. Non a caso non rispecchiano ciò che ci viene propinato dai maggiori media mondiali.
- - - - 

ASIA/SIRIA

Damasco (Agenzia Fides) - "La pace in Siria potrebbe essere salvata se tutti dicessero la verità. Dopo un anno di conflitto, la realtà sul terreno è lontana dal quadro che impone la disinformazione nei mass media occidentali": lo dice una testimonianza inviata a Fides dal Vescovo francese Philip Tournyol Clos, Archimandrita greco-cattolico melchita, che ha visitato nei giorni scorsi la Siria, recandosi in diverse città, come Damasco, Aleppo e Homs. 
A Homs, definita "città martire", "le forze di opposizione hanno occupato due quartieri, Diwan Al Bustan e Hamidieh, dove vi sono tutte le chiese e vescovadi", racconta a Fides l'Archimandrita. "Lo spettacolo per noi - continua - è la desolazione assoluta: la chiesa di Mar Elian è semi distrutta e quella di Nostra Signora della Pace è ancora occupato dai ribelli. Le case dei cristiani sono gravemente danneggiate dagli scontri e completamente svuotate dai loro abitanti, fuggiti senza prendere nulla. Il quartiere di Hamidieh è ancora rifugio inespugnabile di gruppi armati indipendenti l'uno dall'altro, dotati di armi pesanti e finanziati da Qatar e Arabia Saudita. Tutti i cristiani (138.000) sono fuggiti a Damasco e in Libano, altri si sono rifugiati nelle campagne circostanti. Un sacerdote è stato ucciso e un altro è stato ferito da tre proiettili nell'addome. Ancora un paio vivono lì, ma i cinque vescovi hanno dovuto rifugiarsi a Damasco e in Libano". 
Il leader cristiano continua: "Nella capitale si temono autobombe e attentati di attentatori suicidi islamisti, attratti dal desiderio del paradiso, che cullano il sogno della fine del regime alawita. Attualmente si sta tentando di destabilizzare il paese tramite l'opera sanguinosa di avventurieri che non sono siriani. Anche l'ex ambasciatore di Francia, Eric Chevallier, ha segnalato tali informazioni, che sono state sempre rifiutate, mentre molte informazioni continuano a essere falsificate per alimentare la guerra contro la Siria", denuncia il Vescovo a Fides. A Damasco nelle scorse settimane vi sono stati terribili attentati che si sono conclusi con un bilancio: di 130 morti (di cui 34 cristiani), 400 feriti e molte case danneggiate. "La costernazione era generale, il dolore indescrivibile", nota l'Archimandrita, ricordando che "il popolo siriano è un popolo semplice e giocoso". Sui cristiani il Vescovo dice: "I cristiani vivono in pace, condividendo la sofferenze di tutti, ma sono pronti ad ammettere di non essersi mai sentiti così liberi in passato e a ricordare il pieno riconoscimento dei loro diritti, datogli dal presente governo".
Mons. Philip Tournyol Clos racconta la chiave di lettura di leader cristiani e musulmani siriani, che affermano: "I nemici della Siria hanno arruolato i Fratelli Musulmani al fine di distruggere le relazioni fraterne che esistevano tradizionalmente tra musulmani e cristiani Eppure, ad oggi, non ci riescono: hanno provocato una reazione contraria e le due comunità sono unite più di prima". I soldati siriani infatti, continuano a trovarsi di fronte combattenti stranieri, mercenari libici, libanesi, militanti dei paesi del Golfo, afgani, turchi. "I militanti sunniti salafiti - dice il Vescovo - continuano a compiere crimini sui civili, o a reclutare combattenti con la forza. Gli estremisti fanatici sunniti stanno combattendo orgogliosamente una guerra santa, soprattutto contro gli alawiti. Quando i terroristi vogliono controllare l'identità religiosa di un sospetto, gli chiedono di citare le genealogie risalenti a Mosè. E chiedono di recitare una preghiera che gli alawiti hanno rimosso. Gli alawiti non hanno alcuna possibilità di uscirne vivi". (PA) (Agenzia Fides 4/6/2012)


Source: www.fides.org

domenica 3 giugno 2012

Surprise! Serbs Will Not Be Serfs – OpEd

La libertà dell'uomo è definitiva ed immediata,
se così egli vuole;
essa non dipende da vittorie esterne,
ma interne.
Paramahansa Yogananda
- - -

Pur non condividendo completamente alcuni riferimenti a motivazioni storiche, che a nostro avviso meriterebbero una ulteriore e più ampia analisi, 

suggerito da un amico, riporto di seguito questo articolo pubblicato su www.eurasiareview.com,  con la soddisfazione di vedere come... finalmente, qualche autorevole esperto si prodighi nell'analizzare la questione Serbia/Kosovo in base alla realtà dei fatti e non in base all'interesse occidentale. 

Un tentativo di vedere la questione dal punto di vista della volontà della Serbia: di non voler essere "ridotta in schiavitù" e asservita alla politica occidentale.
Max
- - -  
Surprise! Serbs Will Not Be Serfs – OpEd
.......
The Serbian people elected a new President, Tomislav Nikolic, in a “surprise victory.” Surprise to whom – apparently to western journalists and tendentious pollsters. The Serbian people are telling the EU imperialist technocrats that they had enough of their baloney. Serbs will not be serfs. 

Serbia has done everything asked of them by the West. Turning over every war criminal the West has indicted. First, former Serbian President, Slobodan Milosevic, was turned over to the International Criminal Tribal for the Former Yugoslavia (in The Hague) on June 28, 2001, (St. Vidus Day) for trial. Then they handed over indicted war criminal Radovan Karadzic on July 21, 2008. Finally, on May 26, 2011 the Serbian authority arrested wanted war criminal Ratko Mladic, and have handed him over to authorities in The Hague.

Meanwhile, Albanian war criminals from Kosovo and Albania go free. Including, Hashim Thaçi, the Prime Minister of Kosovo!
.......
Serbia will look eastward toward Russia, because the West, including the US, has pushed it there. In his first foreign trip as President, Tomislav Nikolic, on May 26, met with Vladimir Putin, in Moscow, his Russian counterpart.

There is a larger issue here. And, it is serious. Naïve and foolish foreign policy cost lives. People die. Don’t expect Mr. Obama to rush into another Balkan war. Without American firepower, Serbia would be a formidable foe to any continental military force. And, one cannot predict that Russia will sit on the sidelines this time after their humiliation in the aftermath of the last Kosovo War.

sabato 2 giugno 2012

TMNews - Kosovo/ Incidenti a Nord: un militare Nato e tre serbi feriti

TMNews - Kosovo
Incidenti a Nord: un militare Nato e tre serbi feriti

Continuano i blocchi stradali contro sovranità di Pristina

Belgrado, 1 giu. (TMNews) - E' di tre civili serbi e un militare della missione Nato, Kfor, il bilancio - ancora provvisorio - dei feriti negli scontri di stamani nel Nord del Kosovo, tra la popolazione serba in protesta e le truppe internazionali. Uwe Nowitzki, portavoce Kfor, ha confermato ai media locali che "un soldato è stato ferito durante un'operazione a Rudare". In questa località del Nord del Kosovo, i militari sono intervenuti per smantellare uno dei blocchi stradali allestiti dai serbi, in protesta contro il progressivo consolidamento dell'autorità di Pristina nei 'loro' territori.

All'arrivo dei mezzi Nato, il suono delle sirene d'allarme ha richiamato migliaia di persone a dare man forte alle barricate. Secondo le cronache locali, i militari hanno ricorso a gas lacrimogeni per disperdere la folla. L'ospedale di Mitrovica Nord, capoluogo della regione, ha confermato il ricovero di tre civili coinvolti negli incidenti, uno dei quali "in gravi condizioni". Ci sarebbero poi "altri feriti, ma sono bloccate anche le ambulanze" A Rudare, località teatro degli incidenti, infatti "la situazione è ancora molto tesa, il paese è completamente bloccato e sorvolato incessantemente dagli elicotteri Nato". Lo riferisce l'agenzia Beta.

- - - -

Ma voi... 
cosa sareste disposti a fare se qualcuno per anni vi tenesse prigionieri a casa vostra... e piano piano... mantenendo un profilo basso... vi spingesse fuori dalla vostra casa... dalla vostra terra... dal vostro diritto alla libertà... dalle vostre tradizioni... dalle cose a voi care...

...per vendervi... regalarvi... sacrificarvi... a politiche di ingerenza... a un governo non rappresentativo... a un sistema criminale... ad una sciagurata politica internazionale...

Sareste disposti a bloccare una strada per dare voce alle vostre ragioni? ... A rivendicare in piazza il diritto ad essere liberi? ... 

... O sareste anche disposti... a fare anche molto di più?

Le iniziative di protesta... di rivolta... e di battaglia... sono più grandi... quanto più grande è il grado di oppressione e la consapevolezza di aver già perso tutto... tutto tranne il cuore e l'amor proprio... l'amore per le proprie tradizioni e la propria terra... cose che nessun uomo... può sottrarre ad un altro uomo...

Il fatto di non aver più niente da perdere... di non essere ascoltati da nessuno... è la linfa vitale della battaglia ad oltranza... che nel Nord del Kosovo va avanti da oltre un decennio. 

Proviamo una volta tanto a metterci "dalla parte del torto"... a calarci nella situazione di chi vive schiavo a casa propria... e cerchiamo di valutare onestamente ciò che noi stessi saremmo disposti a fare... se ci trovassimo nella stessa situazione.