"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 12 marzo 2012

AFGHANISTAN - Limitare i diritti delle donne

Quella che segue è veramente una notizia sconcertante. Il governo afgano di Karzai, che tutti noi abbiamo tanto voluto perché improntato su principi democratici, di uguaglianza e sul miglioramento della condizione della donna, ha in questi giorni, avallato una proposta di legge che limita i diritti delle donne, una legge fortemente improntata sui dettami della "Sharia".

C'è da dire che la facciata americana per giustificare la guerra in Afghanistan era fortemente improntata sul risalto mediatico della condizione della donna e il burka. Portare più uguaglianza di diritti tra uomini e donne,  era addirittura tra gli obbiettivi fittizi per mantenere una presenza militare forte dopo la "guerra di pace" scatenata dalla rabbia per l'11 Settembre 

Con questa nuova legge si segna un definitivo passo indietro. I nostri soldati che sono in Afghanistan convinti di avere uno scopo nobile e utile, ovvero di portare la pace, la democrazia e il rispetto dei diritti fondamentali per tutti, saranno certamente delusi; così come dovrebbe essere delusa la nostra classe politica, chiedendosi che scopo continui ad avere la nostra presenza in Afghanistan, a parte gli obblighi diplomatici con gli alleati.
Max
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Kabul (Agenzia Fides) - Il governo afgano del presidente Hamid Karzai ha dato sostegno pubblico a un "Codice di comportamento" che limita i diritti delle donne, emanato dall'influente Consiglio degli Ulema, organismo che riunisce i principali leader islamici afgani. Come afferma una nota inviata a Fides dalla "Human Rights and Democracy Organisation", Ong della società civile afgana, questo passo è una concessione alla sharia (la legge islamica) e ai talebani, è "un enorme passo indietro" sul tema dei diritti femminili e rappresenta una violazione della stessa Costituzione afgana, che sancisce la parità tra uomo e donna. 
Il Codice consente ai mariti, in alcuni casi, di malmenare le mogli, e incoraggia la segregazione di genere, riportando quasi le donne afgane all'epoca del regime dei talebani. Il testo indica una serie di linee guida che "le donne religiose dovrebbero osservare volontariamente": le donne non sono autorizzate a viaggiare senza essere accompagnate da un uomo e non possono parlare con sconosciuti in luoghi quali scuole, mercati e uffici. Picchiare la propria moglie - afferma il testo - è vietato solo "nel caso questo gesto non sia compiuto in conformità con la sharia".
Secondo gli osservatori, l'appoggio pubblicamente espresso dal Presidente Karzai su tali norme potrebbe essere una mossa per ottenere il sostegno politico degli Ulema nelle delicate trattative con i talebani. Fatana Ishaq Gailani, fondatrice dell'Ong "Afghanistan Women's Council", commenta: "I diritti delle donne sono stati usati come merce di scambio in un gioco politico", aggiungendo: "vogliamo un islam giusto, non un islam politico". (PA) (Agenzia Fides 8/3/2012)


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