"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

sabato 25 febbraio 2012

Kosovo: i 4 anni di una controversa indipendenza | euronews, mondo

Kosovo: i 4 anni di una controversa indipendenza | euronews, mondo

Il Kosovo celebra l’indipendenza dalla Serbia, dichiarata unilateralmente nel 2008.
Ma se la comunità albanese festeggia, come nel sud di Mitrovica, i serbi del nord del territorio hanno appena ribadito con un referendum il loro no al Kosovo indipendente e denunciato le concessioni fatte da Belgrado, dicono, sotto la pressione di Bruxelles.
Il sindaco del sud, Avni Kastrati, manda loro un messaggio di pacificazione: “Chiedo loro di raggiungerci, di fare parte del nostro governo e chiedo anche alle tre municipalità di far parte delle nostre organizzazioni, di cambiare la loro situazione per poter ricostruire il nostro paese insieme”.
Il presidente Barack Obama in un telegramma plaude al cammino democratico fin qui fatto dal Kosovo, sotto supervisione internazionale dalla fine del conflitto serbo-kosovaro.
Dal canto suo l’Unione europa, che a breve deve pronunciarsi in merito alla candidatura serba, esige progressi significativi nel dialogo tra Pristina e Belgrado.
“Quattro anni dopo l’indipendenza e più di dieci anni dopo la guerra, le ferite non sono ancora rimarginate”, commenta da Mitrovica Michel Santos di euronews, “Sul campo abbiamo constatato che c‘è spazio per una riconciliazione. Tutto dipende dagli uomini politici”.

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Bene bene...

A distanza di quasi 13 anni dalla fine della guerra interna alla Yugoslavia, o per meglio dire il conflitto tra la Serbia e le joint venture kosovara-americana appoggiata dalla NATO, siamo in grado di valutare i risultati del conflitto con un discreto grado di obbiettività e distanza emotiva da quei tragici eventi.

Il 18 febbraio si è festeggiato in Kosovo il quarto anniversario dell'indipendenza unilaterale dichiarata da Pristina. Dopo così tanto tempo e così tanti soldi spesi dalla comunità internazionale, il Kosovo dovrebbe essere un fiorente paese dei Balcani, con un tenore di vita alto e una stabilità economica consolidata. Non solo, lo stato più giovane del mondo dovrebbe essere ad un passo dall'ingresso della Comunità Europea, sia per gli aiuti ricevuti in tal senso, sia per la collocazione geografica (in piena Europa).

La realtà è ben diversa. Ad oggi il Kosovo è sull'orlo della bancarotta e, anche se con meno pubblicità rispetto alla Grevia, il Kosovo si salva solo grazie ai fondi erogati dalla Comunità Europea e prima di questa dall'ONU.

Il Kosovo quindi, un luogo così piccolo e così confuso. Un luogo che l'Europea vorrebbe far entrare nella Comunità, ma che non ha alcun requisito per farlo.
Per contro la Serbia, un paese che cresce più di molti paesi dell'Est, già membri della Comunità, che non può entrare nella EU senza riconoscere la secessione della propria regione del Kosovo.

Ma che gran confusione! A distanza di tutti questi anni si può certamente affermare (noi lo avevamo detto ben prima della dichiarazione di indipendenza, in violazione della Risoluzione ONU 1244 del 1999) che se ci si fosse attenuti al diritto internazionale consolidato e il Kosovo fosse rimasta una provincia a statuto speciale, nell'ìambito dei confini della Serbia, oggi l'Europa potrebbe essere una comunità con meno punti neri al suo interno e con 28 membri, tra cui la Serbia insieme alla provincia autonoma del Kosovo.

Così non è, grazie ai poco lungimiranti politici europei e alla mancanza di una strategia unitaria della Comunità in politica estera.
Così non è soprattutto grazie al volere americano che è sempre riuscito e ancora riesce ad imporre i propri interessi all'Europa. Infatti, anche dopo 13 anni dalla fine della guerra, gli Stati Uniti mantengono in Kosovo la loro base militare più grande al di fuori del territorio statunitense.
Max

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