"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

giovedì 2 febbraio 2012

Kosovo: è sloveno il nuovo rappresentante EU...

Dopo il lungo periodo dell'olandese Peter Feith alla guida della missione europea in Kosovo, è venuto il momento di Samuel Zbogar, diplomatico sloveno di lungo corso ed ex Ministro degli Esteri.
Dalle prime dichiarazioni sembra che l'obbiettivo principale del nuovo Alto Rappresentante sia di trovare una soluzione alle tensioni tra i serbi del Nord e il governo albanese di Pristina.

Ottimo, chi meglio di un diplomatico che proviene da un paese della ex Yugoslavia? In particolare dal primo paese a staccarsi dalla Federazione Yugoslava senza peraltro dover ricorrere alla guerra come hanno fatto Bosnia Herzegovina e Croazia?

Chi più di lui può capire il malessere dei serbi nel sottostare ad un governo che non li rappresenta; chi più di lui può comprendere le mille ragioni che non rendono possibile l'accettazione del "dictat" europeo di sottomissione dei serbi del Nord al governo di questo Kosovo così male assortito.
La nomina di uno sloveno alla carica di EUSR (European Union Special Representative) potrebbe segnare una svolta nella risoluzione della crisi se non fosse che per un piccolo neo che noi, "mal pensanti" dobbiamo per forza di cose notare:

Zbogar è stato Ambasciatore sloveno negli Stati Uniti dal 2004 al 2008 e quindi persona nota all'amministrazione americana. Fatto non da pocom visto il coinvolgimento degli Stati Uniti nel Kosovo.
Quale è stato il ruolo e il peso degli Stati Uniti nella nomina di Zbogar a EUSR? Quale è stato invece il ruolo della Comunità Europea?

Si potrebbe dire che "è cambiata l'orchestra ma la musica è rimasta la stessa", molto probabilmente con toni più pacati rispetto alla gestione precedente di Feith. Probabilmente gli USA hanno supportato la nomina di Zbogar perché uomo in linea con le aspettative americane in Kosovo, mentre la Comunità Europea ha accettato passivamente la scelta americana come di solito avviene, non potendo contrastare "la voce del padrone".

In conclusione nulla è cambiato, la linea è ancora quella dell'illogicità e dei controsensi europei e della pratica americana di ingerenza e contrasto alla Serbia. Illogicità e controsensi perché siamo passati da un olandese (Feith) che proviene da un paese non amico con la Serbia a causa dei noti fatti di Srebrenica, a uno sloveno che dovrebbe capire le ragioni della minoranza del Nord del Kosovo, ma che con estrema probabilità perseguirà il target americano di sottomissione del Nord Kosovo al governo di Pristina. 

Se il nostro punto di vista è corretto, Zbogar non sarà l'uomo che risolverà i problemi tra Nord e Sud Kosovo anzi, la crisi sarà destinata a durare ancora a lungo.

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