"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

martedì 3 gennaio 2012

Somalia: anno nuovo, problemi vecchi e lontani dall'essere risolti

Problemi vecchi quelli che riguardo la Somalia, e le notizie sono sempre le stesse: gente che muore di fame nella crisi umanitaria di proporzioni più vaste al mondo. 

Ma non solo, c'è sempre il Governo Transitorio che non riesce o non vuole governare in modo efficace, i terroristi di Al-Shabaab legati ad Al-Qaeda che sono sin troppo efficaci con attentati esplosivi e ostacolo agli aiuti umanitari, l'operato delle Nazioni Unite che costa un mare di soldi e non è assolutamente efficace né da un punto di vista politico, né sotto il profilo umanitario, tanto meno dal punto di vista militare.

Speriamo che, chi si propone o si vanta di voler risolvere la crisi umanitaria della Somalia, o esiste istituzionalmente per adempiere a questo medesimo scopo, riesca a mettere in pratica i buoni propositi che si fanno sempre all'inizio dell'anno nuovo.

La crisi della Somalia sta affliggendo migliaia di persone da troppo tempo. Se è vero il detto "anno nuovo, vita nuova", sarebbe l'ora di smettere con mezze misure istituzionali messe in campo dall'ONU, per iniziare ad analizzare il problema in vista di una soluzione definitiva. Prima di tutto con un governo riconosciuto ed efficace, che non si preoccupi solo di mantenere l'attuale stato delle cose per continuare a ricevere soldi sotto forma di aiuti umanitari o aiuti alle istituzioni fittizie.

E' ora che in Somalia la gente smetta di morire di fame, e questo è possibile solo con istituzioni sane che abbiano a cuore la popolazione e non interessi economici basati sull'assistenzialismo e i propri guadagni personali. 
Max
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AFRICA/SOMALIA - L'emergenza fame è ancora lontana dall'essere risolta

Mogadiscio (Agenzia Fides) - Il Primo Ministro somalo nega che la popolazione di Mogadiscio stia morendo di fame, contraddicendo le Nazioni Unite e il triste panorama dei campi sempre più affollati di persone malnutrite. Dopo anni di guerra civile e stagioni di siccità, le Nazioni Unite nel mese di luglio 2011 hanno dichiarato lo stato di carestia in 3 zone della Somalia controllate dal gruppo islamico Al Shabaab, alleato di Al Qaeda, che è in contrasto con il Transitional Federal Government (TFG), e aveva bloccato l'accesso a molte agenzie umanitarie occidentali. Dal mese di settembre la carestia si è diffusa in altre 3 aree del paese, decine di migliaia di persone sono morte e altre 750 mila vivono la fame. Tuttavia lo scorso mese di dicembre gli aiuti umanitari e le piogge avevano iniziato a migliorare la situazione in alcune parti ma non nei campi profughi, pieni di gente disperata e affamata. 
A Mogadiscio ci sono oltre 300 campi che ospitano 185 mila sfollati, altre 18 mila persone indigenti e poverissime vivono in rifugi ricoperti di teli di plastica e cartoni nel villaggio di Maajo, dove il governo non è mai intervenuto. Costernati dai commenti del Primo Ministro, gli operatori umanitari a Mogadiscio dicono che le cose vanno migliorando ma l'emergenza è ancora lontana dall'essere risolta. Secondo il Somali Relief, Rehabilitation and Development Organisation (SORRDO), nel mese di agosto 2011 c'erano molti casi di malnutrizione acuta e, anche se la situazione è lievemente migliorata, emergono ogni giorno nuovi casi. Nel centro gestito dall'organizzazione, i neonati vengono pesati per determinare il loro livello di malnutrizione. Sacchi di generi alimentari sono stati distribuiti tramite il Programma Alimentare Mondiale (PAM). E' stata allestita una cucina all'aperto con decine di enormi calderoni di stagno che offrono polenta e zuppa a 6 mila persone che ogni giorno si mettono in fila. Secondo le Nazioni Unite si tratta della crisi umanitaria più grave del mondo. (AP) (02/01/2012 Agenzia Fides)


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