"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

venerdì 23 dicembre 2011

Somalia: Liberata la Savina Caylyn

La Savina Caylyn è una nave di proprietà di un armatore italiano, battente bandiera italiana e che oltre a 21 indiani, aveva a bordo 5 italiani compreso il comandante.

La Nave era stata catturata dai pirati somali a Febbraio di quest'anno e trattenuta fino a ieri.

La liberazione è stata accolta con un sospiro di sollievo da parte dei familiari e segna la fine di un periodo di trattative internazionali tra il nostro Governo e un gruppo di criminali che fino ad oggi opera incontrastato nell'Oceano Indiano e a largo del Corno d'Africa.

Le autorità italiane hanno dichiarato che la nave è stata liberata senza rappresaglie e senza spargimento di sangue. Inoltre non sarebbe stato pagato alcun riscatto.

Ciò può significare due cose: la prima, poco probabile, è che i pirati siano stati folgorati da qualche visione divina e si siano finalmente redenti, cambiando vita e chiedendo anche scusa per le loro malefatte.
La seconda, leggermente più probabile, è che le cose non siano andate esattamente come viene riferito alla stampa. In effetti secondo fonti vicine ai pirati somali sembra che il riscatto sia stato pagato. Ben 11,5 milioni di Euro.

Addirittura vengono forniti i dettagli da varie agenzie stampa, ovvero che il riscatto sarebbe stato pagato in due tranches, la prima delle quali di 8,5 milioni di Euro in contanti sarebbe stata consegnata lanciandola da un elicottero.

Poco male, come avevamo già affermato in passato, sembrano soldi tutto sommato spesi bene. 5 connazionali che tornano a casa dalle loro famiglie, i 17 indiani che tornano dai loro cari e la nave che torna anch'essa a casa. 

Se la notizia del riscatto fosse confermata, tra tutti i partecipanti (non credo che solo il Governo italiano si sia fatto carico della spesa), avrebbero pagato 11,5 milioni di Euro per salvare la vita a 22 persone che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato per portare a casa uno stipendio, lavorando in una petroliera da oltre 100.000 tonnellate.

Soldi spesi bene, molto meglio di quelli spesi (e non si sa quanti sono) per liberare le due "volontarie pacifiste" rapite in Iraq e che dopo la liberazione hanno anche attaccato le autorità italiane. Oppure il giornalista di Repubblica rapito in Afghanistan dove si trovava per non si quali sogni di gloria giornalistica durante un periodo di guerra nel quale era assolutamente sconsigliato recarsi in Afghanistan.

Quella della Savina Caylyn è una storia a lieto fine, auguriamo all'equipaggio di fare presto ritorno a casa e che gli 11,5 milioni, se veramente pagati possano servire a fare del bene a qualche povero disgraziato e non a sequestrare altre navi o finanziare altri crimini.
Auguri.

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