"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 18 dicembre 2011

LIBIA - Più di 125.000 irregolari armati, suddivisi in centinaia di milizie

Quanto sta succedendo la dice lunga sui risultati della guerra scatenata contro la Libya da parte di Francia, Stati Uniti e Regno Unito. 
La dice lunga anche sulla legittimità del governo transitorio che sembra riconosciuto arbitrariamente dalla comunità internazionale ma fortemente delegittimato all'interno del paese.
Ciò che sta succedendo ricorda la situazione dell'Afghanistan dopo il ritiro dell'esercito russo, una situazione tutti contro tutti scatenata dai vari capi mujaheddin nel tentativo di accaparrarsi una fetta di potere. 

In Libya sono le molte tribù ad autogestirsi fuori dal controllo del governo transitorio, una lotta interna dove ognuno improvvisa le proprie leggi e reclama la propria parte di autorità.
Dov'è la NATO in questo momento? La decisione presa era di ritirarsi immediatamente dopo l'uccisione di Gheddafi e così è stato, dichiarando il "successo" delle operazioni in Libya.

Un bel successo...! Anzi direi un bel casino...! Dopo giorni e giorni di bombardamenti per stanare Gheddafi e ucciderlo senza processo, la Libya si trova oggi in una situazione di nuova arretratezza, carenza di strutture, ospedali ad esempio e con un governo messo li nell'intento di governare una varietà etnica incredibile a cui nessuno ha chiesto se vuole essere governata o quale forma deve avere questo nuovo governo.

Il risultato è che, nonostante tutti i morti che ci sono stati fino a questo momento, in Libya ognuno si governa da se, almeno in vaste zone del territorio libico, contando su armi a non finire e un vuoto di autorità che per ora sembra incolmabile.

Ancora una volta complimenti alla NATO e soprattutto alla Francia, per gli ottimi risultati conseguiti all'insegna della pace.
Max
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AFRICA/LIBIA - Più di 125.000 irregolari armati, suddivisi in centinaia di milizie: la denuncia di un rapporto

Tripoli (Agenzia Fides) - In Libia ci sono 125.000 combattenti irregolari armati. Lo afferma un rapporto dell'International Crisis Group (ICG), che lancia l'allarme sulla presenza nel Paese di centinaia di milizie che controllano spezzoni del territorio. Negli ultimi giorni sono stati segnalati scontri tra alcune milizie in diverse aree del Paese.
"Il loro numero è un mistero - afferma il rapporto -, 100mila secondo alcuni, tre volte tanto secondo altri. Si afferma che oltre 125.000 libici siano armati". L'ICG sottolinea che "questi gruppi non si considerano al servizio di un'autorità centrale; hanno procedure separate per registrare i membri e le armi; arrestano e detengono persone sospette; si scontrano di continuo tra loro".
Questa situazione deriva da come si è strutturata la rivolta contro il regime di Gheddafi: una ribellione altamente decentralizzata, nella quale hanno avuto un ruolo preponderante le diverse tribù e clan locali. L'Autorità Nazionale di Transizione fa fatica ad imporsi su questi gruppi che continuano quindi a mantenere i propri arsenali per autodifesa e come mezzo per promuovere i propri interessi
Per affrontare questa situazione, l'ICG avanza alcune proposte da mettere in pratica a livello di Autorità Nazionale di Transizione e a livello locale, sia civile che militare. Tra queste: rafforzare la legittimità delle istituzioni centrali, assicurando maggiore trasparenza nel processo decisionale; avviare programmi di disarmo, smobilitazione e reintegrazione dei combattenti in stretto coordinamento con le milizie e i consigli locali; coinvolgere i leader civili e religiosi in questi programmi. (L.M.) (Agenzia Fides 17/12/2011)


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