"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 26 ottobre 2011

Gheddafi - Ultimo messaggio all'Italia

"Caro Silvio,
ti faccio pervenire questa lettera per il tramite di tuoi concittadini, venuti in Libia per portarci il loro sostegno in un momento così difficile per il popolo della Grande Giamahiriya.
Sono rimasto sorpreso dall’atteggiamento d’un amico con cui avevo già siglato un trattato d’amicizia favorevole ai rispettivi popoli. Avrei sperato, da parte tua, che almeno t’interessassi ai fatti e tentassi una mediazione, prima di dare il tuo sostegno a questa guerra.
Non ti biasimo per ciò di cui non sei responsabile, perché so bene che non eri favorevole a quest’azione nefasta, che non fa onore né a te né al popolo italiano.
Ma credo che tu abbia ancora la possibilità di fare marcia indietro e di far prevalere l’interesse dei nostri due popoli.
Stai certo che io ed il mio popolo siamo disposti a voltare e dimenticare questa pagina nera nelle relazioni privilegiate che legano il popolo libico e il popolo italiano.
Ferma i bombardamenti che uccidono i nostri fratelli libici ed i nostri figli. Parla con i tuoi amici ed alleati affinché cessino quest’aggressione contro il mio paese.

Spero che Dio onnipotente ti guidi sul cammino della giustizia."
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Questo è l'ultimo messaggio di Gheddafi al paese che gli è stato più amico negli ultimi anni... l'Italia.

Queste parole sono state scritte da un uomo che ha mantenuto fede ai suoi ideali fino alla morte.
Ideali di una Libya svincolata dalla schiavitù dei paesi colonialisti europei e neo colonialisti americani. Fautore e teorico di un'Africa unita negli intenti, padrona delle proprie risorse e consapevole dei propri mezzi.

Queste sono le ultime parole di un uomo che neanche in morte sembra meritare né un funerale, né una parola che lo accompagni davanti al giudizio divino.

Nessuno, nemmeno la peggiore delle creature della terra può meritare questo tipo di commiato, nessuno può aver fatto tanto male in vita da meritare di essere maledetto dagli uomini anche in morte. 

Il comportamento del popolo libico verso Gheddafi è il comportamento di uno sciacallo che si avventa sulla preda uccisa o ferita da altri e ben più grandi predatori, la NATO.

Come può un essere umano, credente in Dio o in un Dio, oppure non credente affatto,  accanirsi verso il cadavere inerme di un essere umano giustiziato con un colpo di pistola alla testa?

Come possono i nostri governi fomentare la campagna mediatica di demonizzazione nei confronti del nome e della memoria di Gheddafi, al solo scopo di giustificare il suo omicidio atroce e senza processo?

Sin da piccolo sono stato educato ai principi alla giustizia, al rispetto della legge. Sin da piccolo ho appreso che non si giustizia nessuno SENZA PROCESSO e che per quanto colpevole, nessuno può essere ucciso, perché nessuna autorità di nessun governo dona la vita e nessuna legge di nessuno Stato ha il diritto di toglierla.

Con l'uccisione feroce di Gheddafi da parte delle belve che gli si sono scagliate contro e tutta l'euforia che la morte di un uomo sta generando in questi giorni, i principi di giustizia e legalità con cui sono cresciuto, si trovano ora a vacillare.

Trovando una falsa scusa, che con la dovuta pubblicità mediatica diventa credibile e giustificabile, si può commettere qualsiasi crimine, con la certezza di non essere giudicati.

Continuo comunque a credere che, con l'aiuto dei mass media, si riesca ad eludere la giustizia terrena, ma il giudizio divino non si basa su ciò che scrive il giornale o ciò che dice la televisione, al giudizio divino nessuno può sfuggire. 

Non si sa quando... ma prima o poi, il giudizio divino arriva per tutti.  
Max

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