"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 30 maggio 2011

Ancora Sudan e ancora civili in fuga dalle loro case

Ma possibile che nei nostri telegiornali e giornali non se parli affatto!
Neanche una parola, neanche un Duilio Giammaria a raccontare la cronaca, neanche un punto di vista sbagliato ma detto... niente!

Del Sudan a noi non ci importa niente! Eppure anche li ci sono popolazioni civili afflitte da un conflitto ingiusto, un dittatore già incriminato per crimini contro l'umanità (Omar Hassan Ahmed el-Bashir) che continua a seminare morte e tante persone bisognose di aiuto...

Chi parla nell'articolo seguente, parla direttamente dalle zone colpite e soprattutto parla a suo rischio e pericolo nel tentativo di dare voce ad eventi drammatici a noi ignoti...

Dove sono i paladini della giustizia della NATO o il Sarkozy o l'Obama di turno? 
Sarà mica che dal punto di vista strategico il Sudan ci interessa meno della Libya?
E dal punto di vista umanitario non ci interessa affatto.....                                               Max



Abyei (Agenzia Fides) - Le truppe del nord Sudan che occupano Abyei dal 21 maggio hanno nuovamente bruciato diverse case degli abitanti fuggiti di fronte all'offensiva militare. Lo denuncia all'Agenzia Fides Mons. Roko Taban Mousa, Amministratore Apostolico di Malakal, nel sud Sudan: "Diverse abitazioni sono state saccheggiate e poi date alle fiamme. In questo modo si vuole creare una nuova situazione sul campo, cercando di rendere impossibile il ritorno ad Abyei della popolazione locale. Si tratta di una grave violazione del diritto umanitario. L'esercito di Khartoum non sembra intenzionato a lasciare la zona".
Diverse migliaia di persone sono fuggite da Abyei e dintorni e si trovano da giorni senza assistenza.
"Finora la situazione umanitaria non è migliorata - spiega a Fides l'Amministratore Apostolico di Malakal -, perché le riserve alimentari dell'ONU presenti in zona sono state saccheggiate dall'esercito del nord. Vi sono alcune persone di buona volontà di alcune aree del sud Sudan che mettono insieme un po' di provviste e partono verso i luoghi dove sono radunati gli sfollati, ma a parte questo, i profughi sono privi di assistenza mentre le piogge continuano a battere l'area dove si sono rifugiati". (L.M.) (Agenzia Fides 30/5/2011)


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