"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

martedì 22 marzo 2011

Meglio tardi che mai...


Per fortuna il Governo italiano sta realizzando quello che noi diciamo da oltre una settimana:
L’intervento in Libya così come è stato intrapreso non ha senso. E’ un palese atto di guerra e una ingerenza militare ad esclusivo guadagno francese e americano.

Complimenti al Presidente Berlusconi, al Ministro Maroni e al Ministro Castelli che hanno chiaramente dichiarato che l’Italia “non ha bombardato e non bombarderà” la Libya. Inoltre riprenderà il controllo delle nostre basi militari se il comando delle operazioni non passerà sotto il comando della NATO.

Questa decisione, per quanto tardiva, ci rimette in linea al Diritto Internazionale e ci esclude dal commettere un crimine grave come quello di bombardare un paese amico.

E’ oramai evidente non solo all’Italia, che “l’interpretazione estensiva” della risoluzione ONU 1973 da parte della Francia e dagli Stati Uniti sia a dir poco esagerata. L’ONU con le solite parole enigmatiche ha autorizzato “l’utilizzo di tutti i mezzi necessari alla salvaguardia delle popolazioni civili”. I ribelli libici armati di lanciamissili, carri armati e ogni sorta di arma automatica, non sembrano essere esattamente “inermi civili”.

D’altra parte le vittime dei bombardamenti della coalizione sono già state documentate. Il Governo di Tripoli dichiara 68 morti, l’inviato speciale della RAI tende a sminuire. Per quanto ci riguarda anche se la vittima dei bombardamenti francesi e americani fosse una sola, sarebbe più che sufficiente ad affermare lo sbaglio di questa “guerra neo colonialista”.

Finalmente, per la prima volta dall’inizio delle ingerenze militari ai danni della Libya, l’Italia si sta rendendo conto che la Francia e gli USA stanno usando mezzi esagerati e del tutto non consoni a quanto stabilito dalla Risoluzione ONU di “proteggere le popolazioni civili”.

Da parte dell’Italia c’è finalmente stata una presa di coscienza su vari punti fondamentali:

 1- L’Italia ha in essere un Trattato di Amicizia con la Libya stipulato nel 2008 e ratificato dal Parlamento nel 2009 e che siamo quantomeno nel dovere di rispettare.

 2- Il problema dell’immigrazione clandestina è comunque ignorato da tutto il resto d’Europa e affidato implicitamente all’Italia sola.

 3- La guerra in Libya lanciata da Francia e Stati Uniti servirebbe solo a dare alla Francia il petrolio della Libya e agli Stati Uniti il solito Governo fantoccio in linea con la loro idea politica, mentre a noi non porterebbe altro che guai. 

 4- Ultimo in questa lista ma non in ordine di importanza, il concetto che la salvaguardia dei civili non si garantisce lanciando 100 missili in due giorni su Tripoli e bombardando la Tripolitania come avviene adesso.

La politica italiana non è sicuramente una macchina così veloce da giocare in anticipo su Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Per fortuna sembra che in questo caso, il Governo italiano riesca ad evitare l’errore fatto dal Governo D’Alema nel 1998 quando autorizzò i bombardamenti sulla Serbia.

Per contro, il Premio Nobel per la Pace Barak Obama ha ripetuto anche ieri che “Gheddafi se ne deve andare”, senza però dirci il perché di questa presa di posizione e senza dire dove Gheddafi dovrebbe andare una volta che lo abbiamo cacciato da casa sua.

Anche il presidente francese Sarkozy (“il velocista”, visto lo scatto bruciante con cui ha lasciato al palo tutti i paesi del mondo iniziando a sorpresa i bombardamenti in Libya), ha dichiarato, unitamente al solito Obama (“il pacifista”) che il comando delle operazioni in Libya passerà alla NATO solo quando lo riterranno opportuno, lasciando intendere che l’intervento in Libya è ad oggi una questione a gestione esclusiva franco-americana.

Tutto ciò conferma ancora una volta che sia Francia che Stati Uniti non hanno alcun interesse per la popolazione libica. Hanno i loro interessi politici ed economici che fino ad ora non erano mai riusciti ad affermare con la diplomazia e adesso cercano di imporre con le bombe e i missili.

Il governo di Tripoli ha dichiarato il cessate il fuoco nel rispetto delle richieste internazionali mentre francesi, americani e ribelli stanno ancora sparando su tutto. Lo stesso Governo di Gheddafi sta chiedendo a gran voce l’invio di una missione di monitoraggio internazionale in Libya, per verificare cosa sta succedendo sul campo e per verificare l’effettiva implementazione del cessate il fuoco.

Come al solito l’ONU è in estremo ritardo sulle azioni da intraprendere e la missione legittimamente richiesta dalla Libya non è stata neppure preventivata. La Comunità Europea, in linea con la tendenza di sempre, è completamente immobile ed incapace di prendere qualsiasi decisione.

Concludiamo, come al solito senza pretese di essere dalla parte del giusto ma cercando di precorrere i tempi e dicendo sin da ora che, una volta raffreddati gli animi bellicosi e fatta chiarezza  sui recenti accadimenti libici, l’ONU avrebbe il dovere di istituire un Tribunale Internazionale, simile a quello per i crimini di guerra del Rwanda e della Jugoslavia.

Questo Tribunale ad hoc oltre a giudicare Gheddafi e i leader dei ribelli libici, si dovrebbe far carico di giudicare anche sulle responsabilità di Sarkozy e Obama per il loro spregiudicato e “neo colonialista” operato militare in Libya. Valutando l’aderenza dei bombardamenti franco-americani alle Risoluzioni ONU 1970 (embargo relativo alle armi e assistenza umanitaria) 1973 (misure a salvaguardia della popolazione civile della Libya, “no fly zone” e molto altro) e al Diritto Internazionale. 

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