"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

lunedì 7 marzo 2011

La solita storia di sempre..... 2


Sempre la solita storia…

Un’altra giornata di minacce e avvertimenti al regime di Gheddafi. Anche oggi, com’è avvenuto negli ultimi giorni, si parla solo delle malefatte di Gheddafi in Libia.

Obama, Premio Nobel per la Pace (non ci stancheremo mai di ripeterlo), continua a minacciare interventi armati a favore dei ribelli o addirittura, in mancanza di una appropriata risoluzione delle Nazioni Unite che sia gradita agli Stati Uniti, pensa di armare i ribelli tramite l’Arabia Saudita.

!! Armare i ribelli !! Tramite il più grande paese islamico …Questa sarebbe … “la strategia americana” …

La stessa di sempre. Non importa chi comanda in America, Repubblicani o Democratici, bianchi o neri, atei o credenti in qualcosa, la tattica in politica estera è sempre la stessa.

Come negli anni ’80 il governo americano si occupò di armare Osama Bin Laden tramite il Pakistan per fronteggiare i russi durante l’invasione afgana, adesso Obama vuole armare un altro movimento islamico, tramite un paese islamico (che tra l’altro a Bin Laden ha dato i natali).

Congratulazioni !!! E’ evidente che la storia non ha insegnato nulla !!!

Inoltre oggi ho guardato tutti i telegiornali in lingua italiana che ho potuto trovare in tv. Tutti i nostri bravi e coraggiosi giornalisti presentano servizi dalla Libia con telecamere sempre in primo piano su loro stessi. Le immagini a più ampio campo mostrano batterie di contraerea in mano ai ribelli, alcune di queste sparano in aria davanti alle telecamere, con i giornalisti che annunciano l’arrivo di aerei di Gheddafi.

In tutti i telegiornali che ho potuto vedere, non si vede neppure l’ombra di un aereo e tantomeno si vede la prova di un bombardamento aereo. Come è possibile che tutti i nostri coraggiosi cronisti non riescano a filmare e farci vedere neppure uno di questi fantomatici bombardieri o aerei da caccia di Gheddafi?

Una batteria contraerea che spara “a vanvera” davanti ad una telecamera, filmata da un giornalista che commenta le immagini con enfasi e con voce sofferta, non rappresenta una prova di nessuna incursione aerea. Rappresenta bensì una tendenza a raccontare, anche a noi, ciò che la CNN racconta al resto del mondo. Oppure, ed è anche peggio, rappresenta “il fumo negli occhi” ad una opinione pubblica che si tenta di pilotare verso l’approvazione e la giustificazione dell’ennesima guerra ad opera della NATO.

Né più né meno di ciò che negli anni novanta è stata la campagna preparatoria al bombardamento della ex Jugoslavia. Notizie di migliaia di morti provocati dei serbi di Milosevic. Morti che adesso sappiamo essere un numero molto inferiore ed in larga parte provocati proprio dalle fazioni avverse a Milosevic e che siamo andati ad appoggiare.

Anche in quel caso i nostri coraggiosi e solerti giornalisti ci facevano vedere immagini di profughi che vivevano nel fango di qualche campo della Croce Rossa Internazionale, parlandoci allo stesso tempo di centinaia di morti che non avevano visto e di cui avevano solo sentito parlare, ma che ai telegiornali davano per certi. 

La campagna mediatica mondiale servì comunque a garantire l’appoggio dell’opinione pubblica e del Senato all’amministrazione Clinton per bombardare uno stato sovrano (la Jugoslavia appunto), che affrontava un problema di rivolta limitato al suo interno. Problema nel quale la NATO, con gli Stati Uniti in testa,  si volle immischiare per gli interessi strategici che conosciamo bene oggi.

Apriamo gli occhi anche sui partner americani di questa sempre più vicina invasione della Libia:
Inghilterra e probabilmente anche Francia, sono pronti a partecipare ad una eventuale “missione militare” (qui continuiamo  a chiamarla con il suo nome: GUERRA) in Libia. Come si spiega che fino ad ora nessuno di questi paesi contribuiva al pattugliamento del mediterraneo per il contrasto all’immigrazione clandestina verso l’Europa e adesso, di punto in bianco, sono tutti pronti a scendere in campo, armi e bagagli, per invadere la Libia sotto la “bandiera dei salvatori del mondo”?

Comunque il massimo di quanto detto oggi sui media non viene da Obama che rimane tristemente uguale a se stesso e ai suoi predecessori Bush e Clinton. Il massimo dell’ipocrisia viene dal Segretario Generale della NATO. Il Signor Rasmussen come al solito si è lasciato andare in dichiarazioni fuori dal suo raggio di azione formale e non attinenti al suo ruolo.

Come aveva fatto in più di una occasione parlando delle forze NATO in Kosovo (Kfor), lanciandosi in disquisizioni non militari ma politiche a proposito della separazione del Nord del Kosovo come una opzione da non considerare, oggi secondo Rasmussen, la NATO sarebbe legittimata ad intervenire in Libia e sarebbe già pronta a farlo.

Ancora una volta Rasmussen dovrebbe limitarsi a gestire l’interesse dell’Organizzazione Militare Regionale che è chiamato a rappresentare, senza lanciarsi in valutazioni politiche e velleità umanitarie che esulano dal suo ruolo, e che esulano soprattutto dal ruolo del patto di mutua difesa che da alla NATO la sua unica ragione di esistere.

Mentre tutta questa “operazione fumo negli occhi” dei mass media nei riguardi dell’opinione pubblica mondiale, sta agendo efficacemente,  l’ONU rimane nel suo solito stato confusionale discutendo con priorità assoluta, una possibile “no fly zone” sui celi della Libia, senza tenere nella dovuta considerazione la crisi umanitaria che consegue al conflitto.

Mentre l’Italia è già operativa con una missione di aiuti ai profughi in fuga dalla Libia, ironicamente la Comunità Europea si è appena decisa ad inviare un “pool” di osservatori preliminari, nel tentativo di capire cosa sta succedendo. Accontentiamoci …  è“meglio tardi che mai”…

Come al solito l’interesse primario, soprattutto in ambito Nazioni Unite (di cui tutti siamo membri), va agli equilibri politici e ai rapporti di forza mondiali anziché alle popolazioni civili afflitte dalle crisi. Questo si riflette nei “soliti” interventi umanitari tardivi e di scarsa efficacia che hanno caratterizzato da sempre le missioni ONU in tutto il mondo.  

L’unico che fino a questo momento, a mio modesto parere, ha parlato con cognizione di causa, è il Ministro dell’Interno Maroni il quale, ha intelligentemente dichiarato che un intervento sbagliato,  nell’affrontare la crisi libica, potrebbe rivelarsi un altro Afghanistan o un'altra Somalia. Con la differenza che in questo caso ci troviamo a due passi dalle porte di casa nostra e dell’Europa.

Concludo con un auspicio … 

Pur capendo che l’Italia ha degli obblighi di cooperazione e collaborazione a livello internazionale. Capendo altresì che rifiutare l’uso delle nostre basi militari del Sud Italia alla NATO o a paesi alleati, in caso di un intervento militare in Libia, sarebbe quantomeno fuori luogo dal punto di vista diplomatico; mi auguro che si possa evitare l’errore fatto a suo tempo dall'allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema che, oltre a concedere le basi militari del Nord Italia per il bombardamento della Jugoslavia, decise anche di prendere parte al bombardamento di quello che da anni era un paese “amico”, con il quale intrattenevamo rapporti di ogni tipo.

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