"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

domenica 20 marzo 2011

Guerra aperta a Gheddafi

Ancora notizie sconcertanti dalla Libya e ancora notizie contrastanti sui media italiani. 

Qualche tempo fa Michele Santoro si lamentava per la mancanza di libertà di stampa in Italia. 

A me sembra che al contrario, la libertà di stampa in Italia sia estremamente garantita. Garantita al punto che ognuno racconta al pubblico quello che vuole senza mai riferire un singolo fatto comprovato da immagini o testimonianze. Agghindando ogni singola notizia con opinioni personali che vanno ben oltre l'informazione imparziale o il reportage di fatti di cronaca, cercando invece di dirigere l'opinione pubblica su idee e preconcetti precisi.

Facciamo un esempio: 
sin dall'inizio della crisi libica, il solerte inviato speciale di RAI1 ha documentato gli avvenimenti della Libia da Tripoli. Questo è un fatto.
E' altrettanto un fatto che l'inviato speciale ci ha sempre parlato con enfasi di raid aerei compiuti da aerei di Gheddafi, pur senza farci vedere un singolo aereo né in cielo, né in terra. 
Al contrario da quando ieri, la Francia ha iniziato i suoi "bombardamenti pacifisti", abbiamo iniziato a vedere aerei in quasi tutti i servizi televisivi.

L'inviato speciale di RAI1 a Tripoli ci ha parlato di siti distrutti dai bombardamenti di Gheddafi limitandosi a farci vedere delle macerie di qualche cosa, in qualche area semi desertica, probabilmente in Libia. 
Ci ha fatto vedere la contraerea in mano ai ribelli sparare in aria, baldanzosi ribelli ai comandi delle mitragliatrici, ma non ci ha mai fatto vedere a cosa sparassero.

Ill video da noi già "postato" qualche giorno fa, che riprende altre televisioni internazionali mentre si impegnano a fondo a fomentare i ribelli, a farli sparare in aria e strillare giusto in tempo per le loro dirette TV, ce la dice lunga sull'attendibilità delle informazioni che ci vengono propinate.

Questa sera siamo giunti all'apoteosi della faziosità. Al telegiornale della sera su RAI 1, il solito inviato è stato contattato in diretta e ha riferito che ci sarebbero stati 48 morti a seguito dei bombardamenti alleati. La notizia arriverebbe da fonti del regime fedele a Gheddafi. 

Il solerte inviato speciale ha però messo l'accento sul dubbio che questi morti non ci siano. Egli ha detto chiaramente di aver visto dei tumuli ma di non avere prove che questi contengano i corpi delle vittime.

Per la prima volta da quando questo inviato speciale RAI si trova in Libya, accenna alla mancanza di prove, di documentazione, cercando di porre in cattiva luce il solito regime di Gheddafi come ha fatto fino ad oggi, non solo senza uno straccio di prova, ma addirittura senza uno straccio di immagine attendibile.

Giusto per informazione sia nostra che dell'inviato speciale RAI, altre fonti aperte hanno parlato di 48 morti e oltre 150 feriti. Fonti mediche addirittura di oltre 100 vittime.

Nello stesso servizio, lo stesso inviato speciale ha anche accusato i fedeli del regime che si sono radunati nelle piazze di Tripoli, di essere in possesso di armi perchè li avrebbe visti (e filmati) a sparare in aria. Evidentemente il carissimo inviato speciale RAI non sa che armi automatiche come quelle che sono in mano all'esercito libico e ai ribelli libici, sono armi automatiche che in certi paesi hanno prezzi irrisori e sono estremamente accessibili. 
Inoltre se mi rendessi conto che qualche "pacifista" ha intenzione di bombardare casa mia, probabilmente anche io cercherei di munirmi di un mezzo per tentare di difendermi.

In tutta questa "informazione" a dir poco "non esaustiva", sono rimasto colpito da quelle che sembrano essere le preoccupazioni della maggior parte degli italiani.

Molti dei nostri concittadini temono un attacco di Gheddafi sul suolo italiano, anche se la stragrande maggioranza teme che Valentino Rossi possa perdere il GP del Qatar che va in onda in questo momento.

A rassicurare gli italiani sul pericolo di un attacco sul suolo patrio, è stato Giorgio Napolitano (che comunque non si è espresso sul moto mondiale).

Lo stesso Presidente della Repubblica ha riferito che l'Italia non è in guerra con la Libia.

Quest'ultima affermazione è completamente corretta. Ci mancherebbe altro che il Presidente non lo sapesse. 
L'Italia non ha dichiarato guerra a nessuno, tanto meno alla Libya, nel senso che nessuna formale dichiarazione di guerra è stata consegnata. 
Questo ovviamente andrebbe contro i principi Costituzionali. Di conseguenza si utilizza la formula di sempre, ovvero "intervento a favore della pace", per di più autorizzato dall'ONU.

C'è però un piccolo particolare che a noi fa riflettere:

Ci è stato detto che l'Italia agisce di concerto con gli alleati, in base ad una Risoluzione delle Nazioni Unite e quindi è autorizzata a mobilitare uomini e mezzi, a partecipare ai bombardamenti o raid aerei, ad impiegare e far impiegare le basi militari sul suolo italiano. Esattamente ciò che avveniva quando la guerra la facevamo.

Bene, le Nazioni Unite hanno "autorizzato tutte le misure necessarie al rispetto della no fly zone". Questo significa come al solito "tutto e niente", ma è ben lontano da autorizzare bombardamenti e lanci di missili su Tripoli. Gli alleati stanno bombardando obbiettivi strategici di ogni tipo con i conseguenti morti accidentali o meno, tra i civili. Altro che "no fly zone"!!

Vediamo adesso un altro aspetto che... "se Dio vuole" ci è stato proposto non dall'inviato speciale RAI ma da altri cronisti:

Oltre alla Russia che ha espresso riserve sull'operato degli alleati in Libya, c'è soprattutto L'Africa Union (Unione dei Paesi africani) che si sta fortemente lamentando della fretta con cui Francia e soci hanno dato inizio ai bombardamenti. La fretta è stata talmente tanta che l'Unione Africana non ha potuto partecipare alla riunione preliminare tenutasi a Parigi trovandosi esclusa, senza possibilità di replica o di fare proposte, da qualsiasi ulteriore possibilità di intavolare una mediazione con Gheddafi (che in passato è stato anche il leader dell'Unione Africana).

Questo è principalmente ciò di cui si lamenta l'Africa Union, cosa dovrebbe dire l'Italia che probabilmente a sua volta era all'oscuro o quasi dei piani di Francia, Regno Unito e USA?!

Da quanto ci hanno preso di sorpresa ci siamo quasi dimenticati che il nostro paese aveva già una missione di soccorso alle popolazioni ammassate alla frontiera libica (missione con personale italiano). Inoltre un battello battente bandiera italiana con 4 italiani a bordo si è trovato ad essere bloccato nel porto di Tripoli, proprio quando in fretta e furia il nostro paese ha appoggiato gli interventi decisi da Sarkozy e dal Premio Nobel per la Pace Barak Obama, seguito dal "fido" inglese Devid Cameron. 

Il battello è tutt'ora in mano ai libici, così come l'equipaggio.

Il bilancio complessivo di tutta questa frettolosa decisione di appoggiare "i pacifisti" è che:
- Ci siamo dimenticati una barca italiana con quattro connazionali a bordo, proprio a Tripoli, proprio in mano al "nemico"; 
- Stiamo vanificando una missione che giustamente e con il più nobile spirito di altruismo avevamo già messo in opera alla frontiera tra Tunisia e Libia; 
- In più spendiamo altri soldi e risorse per contribuire al bombardamento della Libia e aiutando gli alleati, senza che fino a questo momento, qualcuno dei nostri alleati si sia degnato di offrirci un aiuto nel contrasto all'immigrazione clandestina.

Complimenti, stiamo veramente facendo "affari d'oro".

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