"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

venerdì 14 gennaio 2011

Somalia, rifugio di terroristi.


Come scrive M. Bardazzi su LA STAMPA.it del 14/01/2010, citando le parole del Primo Ministro somalo Mohamed Abdullahi Mohamed:

"La Somalia è come l’Afghanistan. Con la differenza che là c’è la Nato, mentre i terroristi fuggiti da Kabul ora sono qui da noi». Asserragliato nel palazzo del governo, in una Mogadiscio dove ogni giorno si spara e si muore, Mohamed Abdullahi Mohamed non usa giri di parole nel lanciare l’allarme sui rischi che corre il Paese di cui è da poche settimane il nuovo primo ministro. I guerriglieri islamici di Al Shabaab, legati ad Al Qaeda, continuano a ipotecare il futuro di quello che viene considerato il Paese più pericoloso al mondo".

E ancora:

"I terroristi arrivano [in Somalia] a migliaia perché percepiscono che la Somalia è l’anello debole del mondo".

La Somalia è ad oggi amministrata da un Governo Federale di Transizione voluto dall'ONU e appoggiato sul campo da 8.000 soldati dell'Africa Union.
Il Primo Ministro di tale Governo, Mohamed Abdullahi Mohamed, insediatosi di fatto a Dicembre 2010, ha chiesto espressamente aiuto all'Italia perchè si faccia carico di aiutare la Somalia a risollevarsi e a liberarsi del terrorismo islamico che imperversa su tutto il territorio e in specialmodo su Mogadisco.

Secondo Mohamed l'Italia ha i mezzi, le risorse e le capacità necessarie per assumere un ruolo di leadership a livello europeo, in un eventuale piano di intervento a favore della Somalia che altrimenti, a causa della forte presenza di terroristi islamici legati ad Al-Shabaab e Al-Qaeda, potrebbe diventare una minaccia non solo per il Corno d'Africa, ma per l'intera umanità.

L'Italia e la Somalia sono legate da un passato comune, essendo gran parte del territorio somalo una ex colonia italiana e un ex territorio amministrato dall'Italia anche successivamente alla Seconda Guerra Mondiale, fino ai primi anni '60.

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