"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

mercoledì 12 gennaio 2011

Referendum in Sudan


In Sudan è il paese più grande del continente africano. È situato nella parte nord-orientale dell’Africa e si affaccia a est sul Mar Rosso con circa 600 Km di costa. La sua capitale è Karthoum, in cui abitano circa cinque milioni di persone. È una repubblica presidenziale, retta dalla giunta militare del presidente Omar al-Bashir.

Dal 1983 al 2005 il Sudan è stato devastato da una guerra civile tra Nord e Sud. Il Nord a prevalenza araba musulmana e il Sud abitato in prevalenza da cristiani animisti. La capitale Karthoum si trova nel Nord del paese e conta circa 5 milioni di abitanti. Quelle tra nord e sud e musulmani e cristiani non sono le uniche differenze all'interno del paese. Il Sudan è popolato da varie etnie o, poer meglio dire tribù, che in molti casi mantengono una loro identità e tendono a distinguersi dalle altre anzichè integrarsi sotto un'unica bandiera o autorità politica.

La regione occidentale dela Sudan, conosciuta cone Darfur, è un'area sudanese del deserto del Sahara abitata da varie etnie che dal 2003 è in lotta con il regime di Karthoum per una maggiore indipendenza. La guerra del Darfur ha causato oltre 400.000 morti e il presidente Al-Bashir è stato incriminato con l'accusa di genocidio.

La guerra civile durata oltre 20 anni ha portato, grazie alla mediazione internazionale, ad un accordo di pace siglato nel 2005 dal governo di Karthoum e l'Esercito di Liberazione del Sudan. L'accordo prevede la spartizione delle risorse del paese, in particolare il petrolio e l'organizzazione di un referendum popolare per sancire la separazione del paese. 

Il referendum è in corso in questi giorni e prevede che i seggi rimangano aperti per 6 giorni. Sembra che soprattutto nel Sud del paese, molti elettori si rechino alle urne, mentre nel Nord non si è registrato un alto numero di registrazioni per il voto. 

Da quanto si puo' capire, la comunità internazionale in generale sarebbe propensa al riconoscimento del nuovo stato, nel caso che il referendum ne sancisca la nascita. La capitale designata del Sud Sudan, sarebbe Juba, ma molti interrogativi rimangono ancora da chiarire.

Le risorse petrolifere si trovano in prevalenza nel sud del paese (circa l'80%), mentre la regione di Abyei, ricchissima di petrolio, si trova esattamente tra Nord e Sud. Sembra impensabile che Al-Bashir ceda la maggior ricchezza del paese al nuovo stato. Inoltre al Sud non ci sono infrastrutture e ad oggi il petrolio estratto al sud viene trasportato al Nord tramite oleodotti e in prevalenza a Port Sudan dove viene raffinato.

Ad oggi i proventi del petrolio vengono divisi al 50% tra il governo di Karthoum e l'amministrazione del Sud retta da Salva Kiir, attuale amministratore e designato presidente del nuovo stato del Sud. Secondo lo stesso, l'accordo andrebbe rinegoziato a favore del Sud dal momento che la maggior parte dei giacimenti di petrolio si trovano proprio al Sud.

Altro punto che creerà non pochi problemi sarà lo sbocco al mare del nuovo stato. Il sud del Sudan non ha avrebbe uno sbocco al mare nonostante i circa 600Km di costa del Sudan.

A causa delle guerre civili e tribali, la popolazione del Sudan è stata costretta, nell'ultimo ventennio, a migrazioni forzate e a trovare rifugio in aree diverse da quella di appartenenza. Per questo circa 400.000 persone originarie del Sud, ad oggi sono rifugiate nel Nord e ancora una volta sarebbero costrette ad emigrare verso il nuovo stato a seguito della secessione.

Rimarrebbe comunque aperta la questione delle tribù nomadi che normalmente si spostano dal Nord al Sud e viceversa.

Comunque vada....  per adesso il referendum è in corso.... e fino ad ora non ci sono stati grossi problemi.
Speriamo che anche il dopo referendum sia pacifico anche se su questo nutro dei dubbi .....

Vedremo....

Nessun commento:

Posta un commento