"Qui passo gli anni, abbandonato, oscuro, senz'amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de' malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini divengo..." (G. Leopardi)

venerdì 31 dicembre 2010

Mostar



Sono stato a Mostar !! Nella regione dell'Herzegovina, nell'odierna Bosnia i Herzegovina, regione dove negli ultimi anni si sta sviluppando ulteriormente la coltivazione della vite e dove si produce un ottimo vino, sia rosso che bianco. 

Mostar è una città di circa 100.000 abitanti attraversata dal fiume Neretva, a meno di 30 chilometri da Medjugorje, famosa meta di pelligrinaggi religiosi fono dal 1981.

Insediamento antico, ha visto il suo maggior sviluppo durante la dominazione ottomana della zona. 

Il famoso Ponte Vecchio di Mostar, fu finito di costruire negli ultimi anni del 1500. Al suo posto sorgeva un ponte di ferro che fu ricostruito ad opera dei cittadini di Mostar in un ponte di pietra, con il benestare e l'aiuto dei turchi (ottomani), specialmente per la progettazione.

Il ponte di pietra venne poi distrutto da colpi di artiglieria durante la guerra di Bosnia nel 1993 e ricosctruito negli anni a seguire (ultimato nel 1997) con finanziamenti dell'UNESCO di cui Mostar è patrimonio artistico mondiale.

Durante la guerra di Bosnia, la città di Mostar fu prima assediata dalle truppo serbe, che diedero vita ad un'aspra lotta contro l'alleanza croata e musulmana.

L'alleanza così composta riusci a respingere gli attacchi serbi e allontanarli dalla città, con il relativo esodo delle popolazioni di etnia serba. Questo fu solo il preludio ai futuri scontri tra le due fazioni dell'allenanza musulmano-croata che iniziarono una dura lotta tra loro.

Ad oggi la città di Mostar è un luogo pacifico e meraviglioso nonostante le due principali etnie croata e musulmana, vivano prevalentemente separate sui dui lati del fiune Neretva. La popolazione serba compre circa il 4% del totale, ma il ritorno di questa etnia è ancora difficoltoso.

L'accoglienza che ho avuto a Mostar, da parte della gente è stata incredibile. Persone gentili nei modi che non fanno mai mancare un sorriso. Questo unito alla bellezza di una città antica, costruita in pietra e legno, con i tetti di pietra tipici dell'Herzegovina, attraversata da impetuosi corsi d'acqua che si insinuano tra le costruzioni e i ponti, fa si che il soggiorno sia piacevole e rilassante.

Mostar... una visita bellissima !!!


sabato 25 dicembre 2010

BUON NATALE - MERRY CHRISTMAS


PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'

Buon Natale - Merry Christmas - Срећан Божић - Feliz Navidad - Gëzuar Krishtlindjet - God Jul 
Frohe Weihnachten - Mutlu Noeller - Joyeux Noël - Hyvää Joulua - Crăciun fericit - С Рождеством

martedì 21 dicembre 2010

Heart of Darfur


Ho letto questo libro scritto da una ragazza che per nove mesi ha lavorato come infermiera con l'Organizzazione Medici Senza Frontiere, durante la crisi del Darfur, in Sudan.

Il Darfur è la regione ovest del Sudan, che per alcuni anni è stato territorio di battaglia tra le truppe governative del Sudan, l'Armata di Liberazione del Sudan e altre gruppi tribali locali.

Per chi come me ha partecipato a missioni internazionali operando in territori post bellici e in crisi umanitarie, è un libro facile da leggere, ne traspare il senso di frustrazione e di impotenza di chi va in certi luoghi per aiutare, per "fare la differenza", con tutti i buoni propositi che si hanno a priori, ma si trova davanti a una situazione che non si puo' cambiare alla radice, ma si cerca di tamponare come meglio si puo'.

L'operatore umanitario puo' fare la differenza in singoli, piccoli casi, puo' salvare la vita o alleviare le sofferenze di un certo numero di persone, ma è impotente davanti alla devastazione e alla crudeltà della guerra.

Il senso di frustrazione aumenta quando oltre agli orrori quotidiani, si percepisce anche l'inadeguatezza delle soluzioni proposte a livello politico, e l'insufficienza dello sforzo umanitario nei confronti delle persone colpite dal conflitto.

Come l'autrice spesso spiega, scrivere questo libro serve a non dimenticare gli amici del Darfur, narrare singole storie che per alcune ore o al massimo alcuni giorni si sono intrecciate con l'opera umanitaria dell'autrice, serve a non dimenticare chi ha sofferto e soffre, oppure è morto o è destinato a morire.

Ci sono domande che l'autrice si pone alla fine del libro: a cosa sono serviti i nove mesi in Darfur? Ho fatto veramente "la differenza"?, E' valsa la pena almeno di tentare? E altre domande che al termine di una simile esperienza, vissuta con dedizione e con grande dispendio di emergie fisiche e mentali, sorgono spontanee.

Alcune risposte sono evidenti, ogni vita salvata è una vittoria, ma quante sono le vite che non si riesce a salvare? Quante le persone che non avranno mai voce per urlare le proprie sofferenze e sono destinate a morire nell'indifferenza ed essere dimenticate da tutti?

Ho letto altri libri simili scritti da così detti "volontari delle Nazioni Unite", da giornalisti e scrittori vari. Nessuno tra gli autori che ho letto, riesce a descrivere la miseria della gente senza inventare qualche narrazione che non corrisponde alla realtà. Quasi nessuno riesce a descrivere le sofferenze delle vere vittime della guerra, non i governi, non i politici o gli eserciti, ma le persone che la guerra la subiscono sulla propria pelle.

Non descrivono questa realtà perchè non l'hanno vissuta e non la vivono. La maggior parte degli operatori di organizzazioni internazionali, vivono i conflitti in modo marginale, mai coinvolti in prima persona, mai a contatto diretto con la gente. Sono osservatori da una posizione privilegiata e spesso troppo distante dalla relatà e dalle reali sofferenze della vittime.

L'autrice di questo libro, che ha vissuto e aiutato le popolazioni, vere vittime della guerra in Darfur, descrive la realtà come la conosco anche io, come anche io l'ho vissuta con le emozioni che suscita dirabbia e frustrazione, una realtà che urla di dolore ma la cui voce per colpa o dolo, non viene udita.

Cercando di dedicare tutta se stessa ad aiutare i bisognosi, si deve rendere conto che nonostante tutto lo sforzo profuso, ci sono altri che non ci mettono la stessa energia, le risorse non sono mai sufficienti e le soluzioni trovate per alleviare fame, sete e malattie, sono sempre fortunose e temporanee a causa della guerra e dell'ingiustizia.

Ho letto molto volentieri tutta la narrazione dando il mio contributo a non dimenticare tutte queste vittime. Mi consola che ci sia qualcuno che come me, si sente la coscienza pesante nel vedere che lo sforzo internazionale non è nè indirizzato a dovere verso la risoluzione dei conflitti, nè sufficiente nei numeri, per risolvere i problemi di migliaia di persone, vittime dei conflitti.

Che io lo abbia letto nell'ottica giusta o no... è un bel libro.... io lo consiglio.

sabato 18 dicembre 2010

Somalia ancora morti e migliaia di rifugiati in fuga.


Ancora morti ammazzati in Somalia.

L'ANSA riporta oggi un rapporto dell'OCHA, Agenzia ONU per l'assistenza umanitaria. Nell'ultima settimana sarebbero 35 i morti, in prevalenza civili, vittime degli scontri tra i ribelli di Al Shabaab e le truppe governative supportate dalle truppe della missione ONU AMISON.

35 morti in 7 giorni.... cinque al giorno !!! Secondo la mia personale opinione, sono i numeri di una guerra.

Ancora piu' impressionanti sono i numeri degli sfollati e rifugiati che dovrebbero essere posti sotto la protezione dell'UNHCR. Sarebbero oltre 25.500 in Somalia, le persone allontanate dalle loro case e dalla loro terra, negli ultimi due mesi del 2010.

Sarebbe interessante vedere di persona cosa fa l'UNHCR per questa gente. Spero che faccia qualche cosa di meglio rispetto a quanto ha fatto con i kosovari serbi cacciati dal Kosovo nel 1999 e non ancora tornati a casa perchè le condizioni di sicurezza non sono ancora favorevoli e il governo locale ha tutt'ora standard bassissimi di rispetto dei diritti umani e delle minoranze. .

Dunque: in Somalia ci sono persone costrette a morire, molte altre costrette a lasciare le proprie case, dovendo far fronte a malattie, carenza di acqua e cibo. Una delle parti in lotta è dichiaratamente legata ad Al Qaeda e all'estremismo islamico... e tutto questo è ignorato sia dai mass media (la Somalia non è mai in prima pagina e nemmeno in seconda), sia da tutti gli splendidi, sorridenti signori della Comunità Europea e degli Stati Uniti.

Qualche cosa non torna.... il nostro spirito umanitario occidentale ci dovrebbe spingere a prendere provvedimanti in Somalia.

Noi che ci consideriamo i custodi dei principi democratici piu' evoluti, che facciamo "guerre preventive al terrorismo" in Afghanistan e "guerre umanitarie" nei balcani.... ignoriamo completamente una catastrofe umanitaria come quella Somala, che meriterebbe nella stessa misura, il nostro altruismo.

martedì 14 dicembre 2010

Elezioni in Kosovo

I risultati elettorali del Kosovo sembrano ritardati dai consueti brogli elettorali. Così riferiscono diverse fonti aperte.

Non va dimenticato che alle elezioni del 2008, avrebbero votato elettori di circa 120 anni di età (alla faccia della guerra) e circa 30 seggi elettorali furono invalidati dalle autorità internazioneli di supervisione elettorale, per gravi irregolarità e brogli, nonostante infrazioni minori e lievi irregolarità, siano solitamente tollerate dalla comunità internazionale incaricata della supervisione, o quantomeno non pregiudicano la generale regolarità del voto.

Comunque, da quanto si apprende dalle stesse fonti, come si poteva prevedere il PDK di Hashim Thaqi si è confermato il primo partito politico del Kosovo con il 33.5%. L'LDK di Isa Mustafa si è attestato intorno al 26.2%, con una leggera ripresa rispetto alle elezioni del 2008.

Nell'attesa di conoscere le percentuali degli altri partiti tra cui AAK di Ramush Haradinaj, Vetevendosje di Albin Kurti e AKR di Bexhet Pacolli, e la percentuale dei votanti sul totale degli aventi diritto, si puo' affermare che nulla è cambiato nella scena politica del Kosovo.

Per la seconda volta Ramush Haradinaj e l'AAK, hanno affrontato le elezioni in concomitanza con il processo per crimine di guerra a carico dell'ex premier del Kosovo.

Le percentuali dei due principali partiti PDK e LDK, sono pressochè invariate rispetto alle precedenti elezioni. Nella legislatura precedente questi due partiti si allearono per formare il governo, in questo caso un'alleanza è improponibile dal momento che le elezioni anticipate sono docute proprio ai dissensi tra PDK e LDK che hanno portato alle elezioni anticipate.

Con queste percentuali, comunque temporanee, si prospetta una maggioranza derivante dalla coalizione tra PDK e piu' di 2 tra gli altri partiti minori, in modo da garantire un 50%+1 necessario per governare.

Sarà interessante vedere in che termini i programmi di governo dei vari partiti, permettano alleanze capaci di governare.

Aspetti politici a parte, è evidente che la voglia di cambiamento della gente del Kosovo si è in qualche modo spenta, visto che hanno votato ancora una volta per le stesse figure politiche, nonostante le novità alternative proposte in questa tornata elettorale. Evidentemente si trovano tutti bene nelle condizioni in cui si trovano.

Le lamentele di povertà diffusa tra la popolazione, mancanza di posti di lavoro, arretratezza, corruzione diffusa nella pubblica amministrazione, solitamente portano gli elettori a cercare un cambiamento nella leadership.

Nel caso del Kosovo, in base al risultato elettorale, sembra che tutti siano soddisfatti di come vanno le cose dal momento che le percentuali sono quasi identiche a quelle del 2008.

Inoltre è di oggi la notizia diffusa anche da Reuter-Italia, relativa ad un rapporto del Consiglio d'Europa, dove Hashim Thaqi viene considerato a capo di un gruppo criminale in stile mafioso, responsabile di omicidi, traffico di organi e altri crimini.

Il passato di Thaqi soprannominato "the snake" (il serpente), quale comandante di un gruppo di paramilitari UCK, è noto alla cronaca. Le notizie che vedono alti esponenti del suo partito coinvolti in episodi di corruzione, sono altrettanto noti anche all'Unione Europea. 

Non per ultimi i fatti riferiti da Carla Del Ponte nel suo libro "La Caccia", ci dovrebbero far riflettere su chi sia il principale interlocutore kosovaro della Comunità Europea.

Soprattutto si pensi in che mani mettiamo tutti i soldi che la Comunità Europea (e di conseguenza tutti noi contribuenti) spende in Kosovo, con risultati a tutt'oggi scarsi in tutti i settori, dopo oltre 10 anni dalla fine della guerra.



lunedì 13 dicembre 2010

Elezioni politiche anticipate in Kosovo ... - 1 (exit-pol)

Benissimo,
in Kosovo si è votato oggi per le elezioni politiche, anticipate.

Dai primi exit-pol si evince che Thaqi, il "Premier uscente", anche se sfiduciato dal parlamento, ha comunque mantenuto alta la bandiera confermandosi alla testa del partito piu' votato.

Ramush Haradinaj, noto guerrigliero UCK, che al momento deve frontenggiare l'ennesimo processo all'Aja, per crimini di guerra, ha superato la soglia del 5%, anzi ha probabilmente aumentato i consensi di qualche punto percentuale rispetto alle elezioni del 2008.

Le alternative AKR di Bexhet Pacolli, noto imprenditore di passaporto svizzero, avrebbe superato di poco lo sbarramento del 5%.

Il nuovo partito "Vetevendosje" atteso come la rivelazione della tornata elettorale, si sarebbe dimostrato in realtà per quello che è, ovvero niente piu' di un movimento che gode di scarso appoggio popolare. Infatti Vetevendosje di Albin Kurti, sarebbe rimasto fuori dalla scena politica futura non avendo raggiunto il fatidico 5%.

Ancora nessuno dice niente sul partito del defunto Presidente Ibrahim Rugova, l'LDK, ex partito di maggioranza, oggi guidato da Isa Mustafa, Sindaco di Pristina, dopo l'uscita di scena di Fatmir Sejdiu, erede storico di Rugova e Presidente uscente della "Republika e Kosoves".

Dato importante di cui non ho letto notizie (oramai mi baso sulla stampa non vivendo piu' nel "Kosova"), è l'affluenza alle urne. Alle precedenti elezioni aveva partecipato circa il 42% degli aventi diritto. Su 2 milioni di persone in totale, i membri del parlamento erano stati eletti praticamente con i voti dei propri familiari o poco piu'.

In attesa deii risultati ufficiali e i dati sull'affluenza, non credo di sbagliare se dico che in un modello democratico come quello europeo, esportato anche in Kosovo, "ogni popolo ha i governanti che si merita".

Aspettiamo fiduciosi.......


giovedì 9 dicembre 2010

La mia vita e il cellulare - Che c'entra? ...c'entra c'entra... !!!

Oggi mi sono tristemente reso conto di dipendere in buona parte, dal mio telefono cellulare.

Sono uscito per degli impegni oggi pomeriggio e dopo circa mezz'ora di viaggio in macchina mi sono accorto di aver dimenticato il mio telefonino.

Avevo urgenza di chiamare una persona con cui avevo un appuntamento e il numero di questa persona era memorizzato nel mio cellulare.

Inoltre, nelle ore in cui ero via, c'era la possibilità che ricevessi alcune telefonate per motivi privati e di lavoro.

Qui ho capito che oggi giorno, senza il telefonino, sono praticamente scollegato dal resto del mondo. Mi sono anche chiesto "come facevamo una volta senza il telefono cellulare?".

L'unica risposta che mi sono dato è che prima avevamo ritmi diversi, gli impegni sia privati che di lavoro erano vissuti in maniera piu' differita, anzichè in tempo reale come succede oggi.

Comunque, nel tentativo di risolvere il problema di questa grave dimenticanza, ho pensato di fermarmi ad un telefono pubblico, chiamare a casa, e farmi dare il numero di cui avevo bisogno consultando la rubrica del mio cellulare.

Tutto facile in teoria, ma il telefono pubblico è diventato oramai una rarità.

Mi ricordo che anni fa avevo un'idea chiara su dove trovare una cabina telefonica. Il telefono a gettone, a monete o a schede era frequente ed era in luoghi che tenevo a mente automaticamente, come l'ufficio postale, la banca, il bar o altri luoghi di interesse generale.

Inoltre non c'era una piazza o un parcheggio che non avesse un telfono pubblico, lì, pronto a disposizione.

Oggi mi sono trovato in difficoltà: "dove potrei trovare un telefono pubblico?" Ho visitato tre bar in cerca di un "telefono a scatti", nulla... il "posto telefonico pubblico" sembra oramai una rarità, credo anche che il numero di cabine telefoniche in città sia diminuito parecchio. Ho chiesto a piu' persone della zona "dove posso trovare una cabina telefonica?" e tutti molto perplessi hanno dovuto pensare prima di dire "non ne ho idea" o "indicarmi luoghi distanti".

Finalmente ho visto, come un miraggio, una cabina telefonica... Entrare in una cabina telefonica, inserire le monete, sollevare il ricevitore rosso e comporre il numero su quella tastiera metallica, è stata una sensazione di altri tempi. Come di altri tempi è il rumore delle monete che cadono e scandiscono il tempo della conversazione.

Telefonare da una cabina telefonica evoca una gestualità che anni or sono era normale e quasi quotidiana, oggi per me è una cosa quasi dimenticata tanto da apparirmi come un'azione che facevo per la prima volta.

Alla fine sono riuscito a sopravvivere anche senza il telefonino, ma mi sono reso conto che il cellulare è entrato a far parte della mia quotidianità e quindi della mia vita, piu' di qualsiasi altro oggetto tecnologico che mi circondi. E' diventato non piu' un optional ma una necessità.

Immaginiamoci quindi, visto che è una necessità per me che sono nato in epoca precedente all'avvento dei telefonini, quanto un telefono cellulare sia indispensabile, insostituibile e necessario per le generazioni successive alla mia....

Tutto cio'... Sarà cosa buona o no?

lunedì 6 dicembre 2010

Chiusdino - Mercatino di Natale




Chiusdino è un Borgo Medievale in Provincia di Siena, a metà strada tra la città di Siena e il mare. 

Famoso per aver dato i natali a San Galgano, il Santo della spada nella roccia, Chiusdino è arroccato su una collina a circa 550 metri sul livello del mare.

Ieri si è tenuto il caratteristico mercato natalizio per le vie del paese. 

Bancarelle di prodotti artigianali locali e prodotti tipici allestiti nelle caratteristiche vie del Borgo. Ma anche quadri e lavorazioni artistiche della zona.

Una passeggiata carina anche se fredda, in clima natalizio nella tipica ambientazione medievale, con musica e colori per le strade del paese, oltre ad una buona occasione per fare e farsi qualche regalo di Natale fuori dall'usuale. 

Bella serata...

domenica 5 dicembre 2010

Somalia - 100 morti in 3 giorni


Ancora morti a Mogadiscio e altre località della Somalia.

Secondo alcune agenzie stampa negli ultimi tre giorni sarebbero almeno 100 le vittime degli scontri tra i militanti di Al Shabaab, il gruppo terroristico islamico legato ad Al Qaeda e le forze fedeli al Governo locale supportate dalle truppe dell'Africa Union.

Si tratta di una vera e propria carneficina e a farne le spese è sempre la popolazione civile costretta a rifugiarsi in zone lontane dai combattimenti.

Ancora una volta mi pongo la stessa domanda: come è possibile che un massacro del genere venga completamente ignorato sia dai mass media che dalle autorità Italiane ed Europee?

Come mai abbiamo tollerato episodi di ingerenza internazionale in Bosnia, Kosovo, Iraq e Afghanistan, ma nessuno dice una parola sulla Somalia?

Non dimentichiamo che il territorio somalo è stato una colonia in parte anche italiana fino al 1961 e che ad oggi, parte della popolazione ancora parla la nostra lingua.


sabato 4 dicembre 2010

Elezioni Anticipate in Kosovo


Dopo la caduta del Governo del Kosovo indipendente, a causa delle divergenze di veduta tra i principali partiti di maggioranza (PDK e LDK), con le dimissioni del Presidente Fatmir Sejdiu, in Kosovo si andrà anticipatamente al voto il 12 Dicembre 2010.

Su un totale di poco piu' di 2 milioni di cittadini, circa 1,6 milioni ha diritto al voto. Quasi sicuramente le minoranze serbe non si presenteranno alle urne poichè non riconoscono la legittimità del Governo di Pristina.

Sembra che il voto sarà supervisionato da ben due missioni internazionali e da una delegazione di parlamentari europei. Le precedenti elezioni di Novembre 2008, sono state caratterizzate da una bassa affluenza alle urne (circa 42% degli aventi diritto) e da numerosi brogli, tra cui persone di 120 anni che avrebbero votato schede riversate nelle urne a decine dai medesimi personaggi.

I brogli rilevati nel 2008 portarono all'annulamento di oltre 30 seggi. Speriamo che questa volta, con tutte queste missioni di esperti del monitoraggio elettorale, si riesca ad ottenere una certa trasparenza.

Il dilemma principale rimane comunque ed è legato alla qualità dei candidati politici al parlamento. La scena politica del Kosovo non ha faccie nuove, le stesse persone ruotano attorno al potere centrale ed al Parlamento, sin della fine della guerra.

L'unica novità potrebbe essere Albin Kurti, il famigerato leader del movimento studentesco Vetevendosie, che entrerà in politica come era normale che avvenisse.

Kurti, abile oratore e trascinatore, ha sempre proclamato slogan contro la presenza internazionale in Kosovo, pur senza dichiarare esplicitamente di voler rinuciare anche ai soldi che la Comunità Europea spende in Kosovo.

Famose sono le azioni dimostrative che il movimento di Kurti intraprende a Pristina con il favore della notte:, tra cui scritte sulla carrozzeria delle macchine EULEX, e vistose scritte riportanti slogan contro altri personaggi politici

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